“Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ ali”. (Par. XXXIII)
Il passo dantesco della preghiera alla Vergine di San Bernardo, che il Vicario Generale don Marco Di Giorgio ha citato, presiedendo l’eucarestia per la Festa della Madonna delle Grazie, mette potentemente a fuoco la funzione di “mediatrice” tra Dio e gli uomini svolta da Maria: senza ricorrere a lei, i nostri desideri non avrebbero ali per volare, non sarebbero esauditi.
E’ questa la fede con cui i pesaresi hanno sempre invocato la Vergine delle Grazie – dopo la terribile epidemia di colera del 1855 – nelle circostanze più drammatiche della loro vita. “Ricordo, ha detto don Marco, che durante la seconda guerra mondiale, mia nonna e altre mamme, affinché i loro figli ritornassero vivi dal fronte, promossero una raccolta di fondi per donare una delle lampade votive d’argento tuttora presenti nel Santuario”.
Anche quest’anno, perciò, la Chiesa di Pesaro ha voluto esprimere la propria fedeltà e riconoscenza alla sua compatrona e chiederle ancora tante grazie: soprattutto la pace per la Terra Santa, per l’Ucraina, per le altre zone di guerra e per i cuori di tutti.
La funzione di mediatrice della Vergine è stata al centro anche del discorso pronunciato in Piazza del Popolo dall’Arcivescovo, dopo la tradizionale processione pomeridiana. Commentando il racconto evangelico delle nozze di Cana, mons. Salvucci ha sottolineato come Maria, di fronte alla situazione quanto mai imbarazzante della mancanza di vino, non rimane spettatrice, ma prende iniziativa, si intromette, intercede presso Gesù per gli sposi.
Questo “ruolo di mediano”, apparentemente secondario e per questo poco amato dal nostro mondo, sempre alla ricerca di visibilità e di protagonismo, è invece essenziale per contrastare due epidemie che oggi ci minacciano: l’assuefazione al male, che genera l’indifferenza come meccanismo di autodifesa di fronte a tante situazioni negative; gli scontri e le contrapposizioni ideologiche, che producono polemiche sterili, arroccamenti su posizioni rigide, innalzamento di muri.
Nella nostra società c’è bisogno di “mediatori”, persone che sappiano scuotere dall’inerzia, ricucire gli strappi, far incontrare le persone, farle dialogare.
Certamente ce n’è bisogno nelle questioni internazionali, nelle guerre in corso, prima fra tutte quella che si è riaccesa in Israele e che suscita tanta preoccupazione per una possibile escalation del conflitto. Ma ce n’è bisogno anche nelle guerre quotidiane e sotterranee in cui le dinamiche divisorie prevalgono sulla tessitura delle relazioni: nelle famiglie, nei condomini, nel lavoro, nella comunità civile, nelle comunità religiose, nei social media.
“Maria è campionessa di mediazione” – ha detto l’Arcivescovo. “E ci indica anche lo stile con cui chiedere: fissare lo sguardo sul Figlio, affidarci a Lui e mettere in pratica la Sua parola. Perché è Gesù la vera ‘grazia’, il vero dono di cui abbiamo bisogno e che Maria ci offre”.
Alla Madonna delle Grazie è stato poi rivolto e recitato l’Atto di consacrazione della città e della diocesi, con l’auspicio che il Signore ci renda nuovi, capaci di riconoscerci fratelli in Cristo e di prestare attenzione a ciò che manca per rendere più dignitosa la vita di chi ci è vicino.
Pesaro 15 ottobre 2023 Paola Campanini