Inaugurazione del Percorso Sinodale
Felice coincidenza per la nostra arcidiocesi quella che si è verificata domenica 17 ottobre, giorno in cui, in mattinata, si è celebrata nel Santuario della Madonna delle Grazie la tradizionale Festa del Voto alla Vergine, particolarmente cara ai pesaresi; nel pomeriggio, in Cattedrale, si è dato l’avvio al “Percorso sinodale” voluto da Papa Francesco, in comunione con tutte le altre diocesi del mondo.
Tale imponente percorso, che coinvolgerà per almeno quattro anni la Chiesa universale, a Pesaro è iniziato dunque sotto la beneaugurante protezione di Maria, “donna sinodale per eccellenza” – l’ha definita l’Arcivescovo Piero Coccia – “che certamente ci accompagnerà e ci orienterà come una luce di riferimento continuo”.
Maria infatti ha camminato insieme al Signore offrendo la sua vita per Lui e agendo con Lui. Ma ha camminato anche insieme alla comunità, in mezzo agli apostoli; li ha ascoltati, consigliati, sostenuti. E ha camminato dentro le leggi, le consuetudini, le numerose incertezze dei suoi tempi rimanendo unita al Figlio.
A questa triplice sinodalità Maria ci chiama.
Alla conversione del cuore al Signore, innanzitutto: altrimenti cadremo nel rischio, presagito da Papa Francesco, del formalismo, di una riforma esteriore e di facciata.
In secondo luogo alla conversione dei rapporti comunitari, tra i fedeli della stessa comunità parrocchiale, tra gli operatori pastorali e il parroco, tra i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i laici: ponendo fine a quel chiacchiericcio, a quei pettegolezzi che il Papa ha definito “peggiori del Covid”, nella certezza che “solo la comunione ad intra è sorgente di missione ad extra”.
Infine ci richiama alla conversione del nostro rapporto con il mondo contemporaneo e con il nostro territorio: perché occorre annunciare il Vangelo ascoltando, dialogando, valorizzando il buono e il vero che c’è in tutti.
Non a caso il Papa ha voluto far partire il percorso “dal basso” e non dai vertici, attraverso l’ascolto non solo di coloro che vivono la realtà delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, ma anche di coloro che guardano alla Chiesa dall’esterno, per capire come la vedono e che cosa le chiedono.
La diocesi di Pesaro si è già mossa per tracciare le linee operative, i modi e i tempi di questa prima fase di “ascolto” che durerà un biennio.
L’Arcivescovo ha per il momento convocato e presieduto due incontri, uno con i presbiteri e l’altro con i vicari pastorali e foranei, durante i quali è stata individuata la struttura dei cosiddetti “gruppi sinodali” (uno per vicaria) che coordineranno il lavoro di consultazione della base e saranno composti da un moderatore, un segretario e dai rappresentanti delle varie realtà ecclesiali e del territorio.
Presto saranno convocati tutti gli Organi consultivi diocesani e si procederà alla scelta sia dei nominativi di tali rappresentanti sia delle modalità con cui verrà effettuato l’ascolto sia delle domande da sottoporre ai vari ambiti: domande che verranno formulate sulla base di un questionario elaborato dalla CEI.
Il Papa non ha nascosto che questa vastissima ricognizione presenta dei rischi: oltre a quello del formalismo, la tentazione dell’intellettualismo e dell’immobilismo: si rischiano analisi colte, ma astratte, sui problemi della Chiesa e sui mali del mondo, che poco hanno a che vedere con la vita concreta delle comunità. Oppure si rischia la logica del “si è fatto sempre così”, meglio non cambiare.
Ma il Papa ha espresso anche la certezza che questo evento non è “un’indagine sulle opinioni”, ma un “momento ecclesiale”, il cui protagonista è lo Spirito Santo.
Lo Spirito dunque ci darà la grazia di andare avanti insieme, di ascoltarci reciprocamente e di avviare un discernimento nel nostro tempo, diventando solidali con le fatiche e i desideri dell’umanità.
E insieme allo Spirito, ci aiuterà la Madonna delle Grazie, alla quale mons. Coccia ha rivolto una specifica preghiera da lui composta.