E’ nata la Comunità Bet’el
Basilica Cattedrale 21 settembre 2021
Tante persone si sono ritrovate in Cattedrale, martedì 21 settembre, per partecipare con gioia a una “nascita”: quella della Comunità di diritto diocesano Bet’el (casa di Dio), un’associazione privata di fedeli laici – costituita da M. Fiorenza Pestelli, Anna Rita Valeri, Francesca Pari – alla quale ha chiesto di essere ammessa anche Raffaella Del Vecchio.
Il rito si è svolto all’interno di una Santa Messa, presieduta da S. E. Mons. Piero Coccia e concelebrata, tra gli altri, anche da don Marco De Franceschi, don Giovanni Paolini e il silvestrino don Lorenzo Sena, i “padri spirituali” che hanno guidato le tre sorelle nel loro cammino di discernimento, confluito nella decisione di “seguire Cristo secondo la Regola di San Benedetto e sull’esempio di San Silvestro Abate, lo Statuto e il Libro di vita della comunità”.
Che cosa implica questa scelta così particolare?
Lo ha spiegato l’Arcivescovo: la preghiera liturgica condivisa con la Chiesa universale; la partecipazione quotidiana alla celebrazione dell’eucarestia; l’ascolto e la promozione della Parola del Signore; l’adorazione.
Queste sorelle laiche, che esercitano nella quotidianità una propria professione, rendono un servizio prezioso alla nostra diocesi mediante l’animazione liturgica della Chiesa dell’Adorazione, che è il cuore della nostra città, il cuore della contemplazione, dell’ascolto, della celebrazione.
La loro presenza, ha detto mons. Coccia, va interpretata come un grande dono del Signore, che ha posto lo sguardo sulla nostra Chiesa locale e l’ha arricchita di un’altra forma di vocazione.
Ed è proprio sul tema della vocazione che l’Arcivescovo si è poi soffermato, richiamandosi alla chiamata di Matteo di cui parlava la liturgia del giorno.
La vocazione è un mistero, è un atto di misericordia del Signore, che va contemplato senza alcuna pretesa di spiegarlo e soprattutto di meritarlo, peccatori e pieni di limiti come siamo.
A noi compete invece la libertà di fidarci e di seguire la strada che ci viene indicata. Ricordando anche che la vocazione, benché sia un fatto personale e in qualche modo intimo, va vissuta, verificata e confermata nella comunione con tutta la comunità ecclesiale, dove si armonizzano vari carismi, vari doni.
Solo attraverso la comunione la Chiesa può essere un segno per la società e la cultura del nostro tempo, attraversate spesso da forti conflittualità.
L’Arcivescovo ha poi augurato alla Comunità Bet’el di rafforzarsi nella comunione e di allargarsi, invitando i presenti a pregare per questo.
Al termine della celebrazione, Fiorenza, a nome di tutte le sorelle, ha ringraziato l’Arcivescovo per la sua paternità, i sacerdoti che le hanno guidate nel discernimento e tutte le persone che frequentano la Chiesa dell’Adorazione, supportandole nel servizio e circondandole di affetto.
La comunità diocesana accoglie ben volentieri l’invito dell’Arcivescovo e augura alla neonata comunità ogni bene.