CARDINALE ANGELO BAGNASCO- OMELIA in occasione della Festa di Cristo Re – Pesaro, Cattedrale – 26 novembre 2023

Arcidiocesi di Pesaro

Solennità di Cristo Re

OMELIA DEL CARD.ANGELO BAGNASCO

“Servire Cristo è regnare”

Pesaro, Basilica Cattedrale, 26 novembre 2023

Eccellenza carissima

Cari Confratelli nel Sacerdozio e nel Diaconato

Distinte Autorità

Cari Fratelli e Sorelle nel Signore

Un saluto affettuoso a tutti e un abbraccio fraterno a S. E. Mons. Arcivescovo per questi giorni di fraternità e di preghiera. II gentile pensiero di ricordare i miei 25 anni di Episcopato, mi ha commosso e subito, dal profondo del cuore, sono emersi volti e nomi, vicende e ricordi dei sei anni che qui ho vissuto nella gratitudine innanzitutto alla Santa Chiesa che aveva riposto fiducia nella mia modesta persona per entrare nella successione apostolica e per inviarmi come Padre e Pastore a questa comunità. Cosi, da un mare all’altro, con trepidazione e timore per qualcosa di totalmente nuovo, giunsi in questa terra laboriosa, certo che, quando si è consapevoli che il compito è più grande di noi, allora l’opera inizia poiché il Dio forte entra nella nostra debolezza. Così è stato, facendo ogni giorno l’esperienza della mia piccolezza, ma sperimentando la sua fedeltà che mi dava la manna necessaria. Ogni giorno chiesta in ginocchio con le mani alzate verso il cielo, poiché nessuno deve presumere di sé. Solo allora Dio provvede! Cosi é stato, e cosi è. Sono molto grato a Mons. Arcivescovo e a Mons. Franco Tamburini che hanno pensato, voluto e organizzato queste giornate con tanta cura e amicizia, giornate che sono una continuazione del mio affetto per Pesaro, e anche del mio grazie di Padre e Pastore. Se, infatti, non ci fossero i figli, ci potrebbe essere il Padre? E se il Padre deve custodire e guidare i figli, come il Pastore fa col suo gregge, non é forse vero che anche il Padre viene custodito, formato e forgiato dal suo popolo? Grazie Pesaro perché hai accolto con benevolenza me che inesperto venivo da lontano; grazie per la tua comprensione e per la stima che mi hai mostrato: essa mi ha aiutato a imparare l’Episcopato, la Chiesa che qui si incarna in una storia sua, a starci in punta di piedi, a dilatare la paternità dello spirito, a desiderare gli occhi di Cristo per guardare tutti e ciascuno. Insieme, abbiamo camminato per seguire Lui, il Pastore grande delle anime, il Pastore dei Pastori; insieme abbiamo gioito e a volte sofferto perché anche questo fa parte della vita; insieme abbiamo pregato stretti attorno all’altare cuore della nostra fede, fonte e culmine della Chiesa e della vita cristiana. Stretti all’Eucaristia, sentivamo che Lui ci stringeva fra noi, che quello era il punto sorgivo della comunità, della sua purificazione e della sua bellezza. Insieme, abbiamo gioito della fantasia della carità sull’ esempio di tanti, in particolare di Don Gaudiano: carità evangelica, che nasce dal cuore di Cristo e a Lui ritorna, sapendo che senza il pane l’uomo è povero, ma senza Dio è poverissimo. Qui, come ogni Vescovo ricordo il venerato Mons. Gaetano Michetti ho toccato con mano che l’Episcopato è servire Cristo nel suo corpo che è la Chiesa. Oggi la liturgia festeggia Cristo Re: la sua signoria su di noi sta nel salvarci, e servirlo è regnare, perché è ricevere il dono di amare Lui, e di lasciarci amare da Lui. Non sta forse qui il segreto dei segreti, il mistero della nostra vita, la ragione per cui Dio ci ha creati, la via della felicità che ci prepara all’incontro oltre la grande porta del tempo? Il valore della vita non è nel numero dei giorni e degli anni, dalla quantità di esperienze fatte, ma dipende dalla sua densità, cioè dal come viviamo. E il “come” è dato dall’intreccio di due domande: per chi? e con chi? Si può vivere per noi stessi oppure per Dio, e si può vivere soli con noi stessi, oppure con Cristo. Vivere per Lui e con Lui cambia tutto. E’ con la regalità di Gesù che dal trono della croce si offre al mondo: ci indica la via della vita, ci dona la forza per salire, ci rischiara il cammino con la fede, e ci richiama nella verità.

Nulla è impossibile a Lui, unico Salvatore e Redentore, unica Salvezza che raccoglie ogni frammento di bene, e conosce il cuore degli uomini anche là dove nessuno riesce. Per questo il Pastore ha il compito di indicare la via di Gesù, via esigente e alta, ma possibile con la sua grazia. A noi Pastori il compito di seminare il seme nella sua integrità, lasciando a Dio il pascolo delle anime. Cari Amici, ho voluto aprivi un poco il mio cuore nella luce di questa grande solennità liturgica. Sono semplici pensieri che mi hanno insegnato i miei Vescovi, i Formatori del Seminario, i Santi letti e pregati, i Martiri che hanno dato il sangue pur di restare fedeli, le anime dei piccoli del Vangelo: piccoli e quindi sapienti. Mi hanno seguito e sostenuto nel lungo cammino di credente, sacerdote, specialmente nei compiti più gravi: quando il Papa mi inviò Vescovo a Pesaro, poi a Roma come Ordinario Militare, quindi a Genova, aggiungendosi la presidenza dei Vescovi Italiani, onore e timore grande e in ultimo la Presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Compiti che mi hanno dato prospettiva e aperto orizzonti nuovi. Sono stato all’altezza? Il giudizio è di Dio che mi conosce più di me stesso, e mi affido alla sua misericordia, A Lui canto con Maria il Magnificat, a voi chiedo di farlo con me. Grazie.

Cardinale Angelo Bagnasco