Pesaro 10 ottobre 2022
GIORNATA DELLA SOLIDARIETA’ IN RICORDO DI DON GAUDIANO
“Uomo dove sei?” “Dov’è tuo fratello?”: tutto il percorso biblico è racchiuso tra queste due domande che Dio rivolge all’uomo. E la risposta di Caino tenta tutti noi fin dai primordi della storia: “Sono forse io il custode di mio fratello?” E’ la tentazione dell’indifferenza verso gli altri, che sempre insidia il cuore dell’uomo.
Eppure la storia ci racconta anche di tante persone commosse di fronte ai bisogni dei loro fratelli e capaci di vincere questa tentazione: persone che spesso restano sconosciute ai più, ma che a volte si impongono come testimoni luminosi e carismatici.
Uno di questi è certamente don Gianfranco Gaudiano, medico, con una carriera sicura davanti a sé, di grande intelligenza e fascino, che sceglie il sacerdozio per dedicarsi ai giovani nella scuola e soprattutto agli “ultimi”: i primi extracomunitari che negli anni ’70 iniziano ad arrivare a Pesaro, i tossicodipendenti, i ragazzi con problemi di giustizia, le ragazze madri, gli ammalati di Aids, i malati psichici, le persone sole. Una grande lezione di carità la sua, e anche di intraprendenza: dove c’è un bisogno, inventa un servizio, organizza una rete di aiuti e poi mette le istituzioni di fronte al fatto compiuto, chiedendo il loro sostegno. Il tutto a partire dalla ferma convinzione che l’altro “E’ un uomo e basta”.
Lo ha ricordato, lunedì scorso, il presidente della Fondazione don Gaudiano, prof. Ivano Dionigi, il quale, sei anni fa, insieme al Sindaco Matteo Ricci, ha deciso di istituire – il 10 ottobre, anniversario della morte del sacerdote – la Giornata della solidarietà.
Resistere alla tentazione dell’indifferenza: è stato proprio questo il tema conduttore della Giornata di quest’anno, che si è articolata in due momenti.
Nella mattinata, al Teatro Sperimentale, più di 400 studenti e insegnanti delle Scuole Superiori della città hanno partecipato all’incontro per la premiazione dei vincitori del Concorso promosso dal Ceis, dalla Fondazione e dal Comune. Erano presenti le nipoti del sacerdote, tanti amici formatisi alla sua scuola, il suo erede diretto don Franco Tamburini, il sindaco e alcuni assessori.
A portare la propria singolare testimonianza è stato Franco Vaccari, fondatore di “Rondine, cittadella della Pace”, un’organizzazione con sede nel piccolo borgo, a pochi chilometri da Arezzo, che accoglie giovani provenienti da Paesi teatro di conflitti armati e li aiuta a scoprire la persona del proprio nemico, attraverso il lavoro sorprendente e difficile della convivenza quotidiana. “C’è una cosa peggiore della guerra – ha detto Vaccari – ed è abituarsi alla guerra, accettarla come inevitabile, diventare cinici”. Pertanto ha un profondo valore educativo l’esperienza che aiuta i giovani a uscire dall’indifferenza e dalla inimicizia.
Il programma della Giornata prevedeva inoltre un incontro serale, a cui ha partecipato anche l’arcivescovo Sandro Salvucci, con il direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio, sul tema “Rispetto e giustizia”. Il giornalista, dopo aver sottolineato che il rispetto per la verità, per l’ambiente, per la storia, è il fondamento di quella “sostenibilità economica e sociale” a cui richiama la Dottrina della Chiesa, si è soffermato sul concetto di giustizia, partendo dalla massima latina “Fiat iustitia et pereat mundus” (sia fatta giustizia a tutti i costi e perisca pure il mondo). Questa – ha detto – è una logica che giustifica le guerre (quasi mai portatrici di unità, stabilità, ricchezza per i popoli che le hanno subite), le sanzioni (che hanno piegato non i regimi, ma i popoli oppressi da quei regimi), le aggressioni economiche finalizzate al profitto.
L’Europa invece, deve mettere in atto oggi, anche in Ucraina, la sua vocazione: disarmare le guerre, non armarle rispondendo alle provocazioni e consegnandosi alla logica degli aggressori. I mezzi sono importanti come i fini e la pace, il dialogo vanno perseguiti con mezzi coerenti.
Questioni complesse, che esigono riflessione e responsabilità.
In questo problematico contesto, risulta quanto mai attuale la domanda posta da don Gaudiano nella sua ultima omelia e che è stata assegnata agli studenti per il Concorso del prossimo anno: “Dove cerchiamo il senso della vita? Dove cerchiamo la nostra libertà? Dove cerchiamo la nostra pace e sicurezza?”.
Paola Campanini