FESTA DEL PORTO
Camminare verso il porto, all’alba, nella città di Pesaro ancora poco conosciuta. Osservare la tipica configurazione della darsena e dei due moli che si allungano parallelamente verso il mare. Assistere all’andirivieni delle imbarcazioni, che lentamente approdano o salpano verso il mare aperto.
E’ stata questa l’esperienza che ha offerto all’arcivescovo Sandro Salvucci lo spunto per l’omelia pronunciata domenica scorsa in occasione della “Festa del Porto” e della “Madonna della Scala”, durante la concelebrazione eucaristica da lui presieduta alla presenza di un’immensa folla di fedeli, del sindaco Matteo Ricci e di numerose autorità civili e militari: tra loro il comandante della Capitaneria di Porto Barbara Magro, che, essendo in via di trasferimento, ha rivolto a tutti un saluto pieno di gratitudine.
“Questa esperienza – ha detto don Sandro – ha fatto scaturire in me l’immagine del porto come metafora dell’abbraccio”. Un abbraccio che da un lato accoglie, offre ospitalità – e infatti il porto è per sua natura un luogo di approdo; dall’altro consente, grazie alla sicurezza e alla fiducia che trasmette, di levare l’ancora e prendere il largo, rimanendo però sempre aperto e pronto a riaccogliere.
L’immagine del porto, dunque, racchiude in sé un duplice significato: quello di un posto che offre riparo e protezione, ma nello stesso tempo invita a rischiare; permette di sentirsi a casa, al sicuro, ma nello stesso tempo proietta verso una sconfinata apertura.
Si scopre così un’imprevedibile affinità tra la realtà del porto e la realtà della Chiesa: Madre che accoglie tutti nel suo abbraccio amorevole e al tempo stesso esorta tutti a “uscire” in missione nel mondo.
“Anche l’esperienza che ho vissuto recentemente a Roma in occasione della consegna del Pallio me lo ha confermato” – ha raccontato mons. Sandro. “L’abbraccio del colonnato del Bernini in Piazza San Pietro; la presenza, nella celebrazione, del Papa e di tanti Vescovi provenienti da ogni angolo del pianeta; la pluralità delle lingue in cui si è svolta la liturgia mi hanno fatto sperimentare sia la profonda comunione che lega in unità la Chiesa universale sia la sua vocazione ad essere per il mondo”.
Il messaggio essenziale della Festa del Porto, dunque, è un invito a tendere le braccia verso tutti coloro che ne hanno bisogno. Un invito a cui il popolo pesarese ha sempre positivamente risposto, abituato da tempo immemore all’accoglienza e all’ospitalità.
Lo hanno sottolineato anche il parroco del Porto don Matteo e don Marco De Franceschi, ricordando che la comunità parrocchiale e il quartiere hanno sempre affrontato le varie necessità collaborando con tutte le istituzioni.
In questo grande e fedele abbraccio della Chiesa e della società civile trovano un posto privilegiato i caduti del mare, in memoria dei quali, come da tradizione, sono state lanciate dalla motonave Queen Elisabeth, delle corone d’alloro.
Un segno di quella congiunzione tra terra e cielo di cui è simbolo efficace la “scala” con cui la Madonna del Porto è raffigurata.
Paola Campanini