Pesaro, Santuario della Beata Vergine delle Grazie, 18 ottobre 2020
Cari fedeli,
celebriamo oggi una festa molto cara a tutti noi pesaresi: la cosiddetta “Festa del Voto” che ci fa fare memoria di una difficile situazione storica, quella vissuta dalla nostra città con il colera del 1855. Situazione risolta grazie alla grande fede dei Pesaresi, i quali si erano rivolti con assoluta fiducia alla Beata Vergine delle Grazie.
Abbiamo vissuto e stiamo vivendo una stagione problematica, quella del coronavirus che ha messo a dura prova anche il nostro territorio, le sue istituzioni ed anche la nostra Chiesa diocesana di Pesaro.
Come affrontare questa situazione con gli occhi ed il cuore di credenti? Volgiamo lo sguardo a Maria ed accogliamo il suo insegnamento.
Come ho scritto nel mio messaggio, interpelliamo Maria che tutte “le generazioni chiamano beata”, per trovare in lei la figura che ci accompagna nell’attraversare questo tempo di estrema difficoltà e di cui siamo testimoni e protagonisti insieme.
Seguendo la liturgia contempliamo Maria che, immersa nel mistero del Cristo, ci viene proposta come donna della mediazione, donna dell’incarnazione e donna della indicazione.
Il brano del libro di Ester (8, 3-8. 16-17) ci racconta di una donna coraggiosa che, grazie al suo intervento, evita la distruzione dei Giudei. In Ester troviamo in forma anticipata la figura di Maria, donna della mediazione che ha molto da dire anche a noi cristiani di oggi. Ma l’esperienza della mediazione di Maria dobbiamo intenderla bene. Essa non è la semplice ricerca di un accordo tra parti contrastanti, né il raggiungimento di un onorevole compromesso tra posizioni diverse. La mediazione di Maria è comprensibile e possibile solo in riferimento al Mistero del Cristo dove convergono la dimensione dell’umano e del divino, del Cristo Figlio di Dio e del Cristo Figlio dell’Uomo. Due dimensioni che si compenetrano e si completano a vicenda in Cristo dove a noi è data la possibilità di superare ogni forma di conflittualità. Nella mediazione di Maria centrata sulla persona di Gesù, l’ingiustizia diventa giustizia, il disordine ordine, la disarmonia armonia. Maria ci ricorda che tutta la condizione umana segnata dalla contrapposizione, solo nel Signore trova la sua ricomposizione.
Il testo di S. Paolo ai Romani (4, 4-7) ci fa contemplare Maria donna dell’incarnazione. L’apostolo sottolinea che nella pienezza dei tempi “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”.
Questo brano di San Paolo ripropone alla nostra attenzione l’incarnazione di Gesù per la quale la maternità di Maria è decisiva, perché è proprio lei a generare il Cristo nella sua fisicità, corporeità e visibilità. Anche noi come Chiesa abbiamo la missione di generare il Cristo in forma concreta.
Ma ciò è possibile? Certamente sì, nella misura in cui, nutriti del corpo di Cristo e illuminati dalla sua parola, facciamo della nostra vita il grembo generativo e rivelativo di Gesù.
Non dimentichiamo quanto scrive San Francesco nella “Lettera a tutti i fedeli”, invitando i suoi contemporanei ad essere madri del Verbo, come Maria la “Vergine fatta Chiesa”: “siamo madri sue, quando lo portiamo nel cuore e nel nostro corpo con l’amore e con la pura coscienza, e lo generiamo attraverso sante opere che devono risplendere agli altri in esempio” (FF 200).
Sono i nostri comportamenti, i nostri atteggiamenti, le nostre azioni e reazioni, le nostre scelte che costituiscono gli atti generativi del Cristo che ogni nostro contemporaneo può incontrare e lasciarsi da esso interpellare. Sull’esempio di Maria donna dell’incarnazione, anche noi siamo chiamati alla missione di generare il Cristo nei nostri giorni.
Da ultimo l’evangelista Giovanni (2, 1-11), focalizza l’azione di Maria e di Gesù durante lo sposalizio a Cana di Galilea. Maria intuisce la difficoltà venutasi a creare per la mancanza del vino. Nel contempo però dà indicazioni per la soluzione dicendo ai servi: “Fate quello che vi dirà”.
Maria indica suo figlio come soluzione di una situazione di criticità. Il cammino della nostra vita non poche volte è segnato da difficoltà. Messi alla prova, cerchiamo per quanto è possibile soluzioni di vario tipo. Facciamo bene! Ma non possiamo nasconderci che di fronte alle grandi e drammatiche domande della vita, le soluzioni umane non reggono. Abbiamo bisogno di altro. Abbiamo bisogno del Mistero del Cristo che illumina la nostra esistenza indicandoci altre prospettive, altri orizzonti: quelli della vita eterna.
In questo Maria ancora una volta è madre e maestra, Ci insegna a guardare e a rivolgerci al Signore, fonte di speranza. Apprendiamo la sua indicazione e facciamo, come i servi del banchetto di Cana, attenzione a quanto il Signore ci dirà.
Papa Francesco nella EG ci ricorda che Maria ci accompagna anche oggi e che è l’amica di sempre, sollecita a non farci mancare il vino buono della vita: il figlio Gesù.
Due settimane fa in occasione della festa di S. Francesco patrono d’Italia, come Regione delle Marche eravamo ad Assisi per offrire l’olio che alimenta la lampada della tomba del serafico padre. In quella circostanza abbiamo riaffermato che le Marche e vuoi per il sisma del 2016 e vuoi per coronavirus del 2020, sono una Regione provata ed affaticata ma non piegata. E ciò grazie soprattutto alla fede cristiana che la sostiene da sempre. Quella fede che sull’esempio di Maria, chiede a tutti noi anche oggi la triplice esperienza della mediazione, della incarnazione e della indicazione del Mistero del Cristo.
A Lei, dispensatrice di tutte le Grazie, rivolgiamo la nostra accorata supplica in questo tempo del coronavirus:
Beata Vergine delle Grazie,
patrona della nostra città di Pesaro
raccolti ai tuoi piedi
ti rivolgiamo fiduciosi la nostra supplica.
Tu non hai mai abbandonato questo tuo popolo
quando ha chiesto la tua protezione e il tuo aiuto.
Soccorrilo anche oggi e abbi pietà!
Non permettere che davanti alle sfide
di questi tempi difficili
ceda alla disperazione, allo scoraggiamento,
alla rassegnazione, alla paura e alla sfiducia.
Proteggilo dalla malattia, dalla pestilenza
e da ogni forma di male.
Volgi il tuo materno sguardo sugli uomini e sulle donne
che si prodigano ad alleviare le sofferenze
di coloro che vivono in situazioni difficili.
Proteggi i malati, consola i sofferenti, preserva i sani.
Sostieni l’impegno e lo zelo degli scienziati,
dei medici e di tutti coloro che cercano
di sconfiggere il flagello del virus
che si sta diffondendo nel mondo.
Beata Vergine delle Grazie
affidiamo a te la nostra città,
i nostri governanti, le nostre famiglie
i bambini, i giovani, i malati, gli anziani.
Madre di Misericordia accoglici
sotto la tua materna protezione e liberaci da ogni male.
Intercedi per noi presso tuo figlio Gesù,
che è la nostra gioia e la nostra vita. Amen
Sia Lodato Gesù Cristo.
† S.E.R. Mons. Piero Coccia